OpenAI ha introdotto la memoria di ChatGPT come funzione opt-in, consentendo agli utenti di disattivarla attivamente. I dati memorizzati possono essere cancellati in qualsiasi momento. Tuttavia, non è chiaro quanto di questi dati vengano utilizzati per addestrare l’IA durante le conversazioni. OpenAI assicura di non memorizzare informazioni sensibili degli utenti. Altri esperimenti di memorizzazione sono stati condotti da Google e LangChain. La tecnologia mira a migliorare l’interazione uomo-computer, ma presenta sfide legate alla privacy e alla sicurezza dei dati. La memoria di ChatGPT è limitata a “qualche migliaio di token”. Sorge il dibattito su quanto l’assistente virtuale sia vigilante rispetto alla privacy degli utenti e se possa essere considerato uno strumento utile o una minaccia alla privacy.